A parte qualche trader ribassista, tutto il mondo è a favore del rialzo dei mercati finanziari.
- Gli stati perché possono indebitarsi all’infinito (mai siamo giunti ad un tal debito mondiale e il nostro presidente del consiglio prega affinché anche i benestanti comprino i suoi titoli di stato).
- I politici perché possono far immaginare al popolo le loro capacità nel risollevare lo stato dell’economia (come se i mercati finanziari avessero direttamente a che fare con il PIL).
- Risparmiatori e investitori perché in questo modo vedono crescere il loro capitale.
- Gestori e investitori professionali perché, oltre a veder accrescere il loro patrimonio, incassano un maggior controvalore di spese di gestione, commissioni di performance e bonus.
Naturalmente chi va contro questi interessi è inviso.
E chi è l’unica istituzione che contrasta, in questo particolare momento storico, questi interessi? La BCE!
La stessa BCE che ha profuso a man bassa liquidità contribuendo al rialzo dei prezzi, che ha reagito con colpevole ritardo all’inflazione e che ora si vede costretta a combatterla.
Perché l’inflazione c’è e rimarrà.
Perché i prezzi sono saliti in pochi mesi del 10-20% e forse più (e non caleranno), mentre gli stipendi e le pensioni sono rimasti gli stessi (e aumenteranno, forse, solo lentamente).
Quindi? Quindi siamo tutti contenti, grazie alla liquidità e al debito (che, abbiamo scoperto, possono non aver limiti) siamo tutti più ricchi.
In questo noi italiani siamo stati dei maestri ad insegnare che di debito si può tranquillamente vivere. Un debito statale che, però, mai riuscirà a ripagare i soli interessi che giorno per giorno maturano - nemmeno quando si registra un avanzo primario (dal 2009 al 2020 il bilancio italiano è stato chiuso sempre in attivo, ma gli interessi hanno fatto sì che il debito sia comunque letteralmente esploso).
Quindi, guai a chi osa minacciare questo mondo ideale, andiamo avanti così: liquidità, debito, mercati, crescenti all’unisono. Potrà durare sempre?
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